        E' dominio assoluto firmato Aprilia Tuareg Racing in Sardegna. L'ultima tappa stagionale del Campionato Italiano Motorally &egrave; contraddistinta dal Marchio di Noale, che con Jacopo Cerutti si &egrave; aggiudicato la categoria G-1000 e assieme a Claudio Spano la classe FX. Le qualit&agrave; dei piloti, la bont&agrave; della Tuareg 660 e la capacit&agrave; del team dei fratelli Guareschi sono state premiate. Cerutti, testa all'Africa Eco Race da vincere (ancora) Deja vu migliorativo per Jacopo e Aprilia, duo che ha bissato quanto fatto nel 2023 nel Campionato Italiano Motorally, nell'imposizione condivisa quest'anno di 5 vittorie e 8 podi, nella chiusura dei conti sigillata sabato scorso. Nella tappa di Rapino si &egrave; registato il successo storico di un propulsore bicilindrico, appunto montato sulla Tuareg 660. Da notare anche la conquista da parte di Cerutti del Campionato Italiano Raid TT, sempre assieme ad Aprilia Racing e il team Guareschi, trio-compagine che sta gi&agrave; preparando l'Africa Eco Race programmato a dicembre, in cui ripetere l'impresa realizzato lo scorso anno.  Spanu &amp; Montanari protagonisti a Olbia Quanto soddisfacente sia da descrivere per Aprilia il weekend sardo di Olbia lo conferma il risultato ottenuto da Claudio Spanu, corridore che ha nell'Isola il terreno di casa, vincitore al debutto con la Tuareg 660, Battento tutti nelle due gare, suo &egrave; la classe FX, categoria dedicata alle moto rally raid. Stagione solida anche per Francesco Montanari che, impegnato nella G-1000, ha concluso l&rsquo;ultima tappa di Olbia con un quinto e un sesto posto. Una nota va dedicata all&rsquo;ottima collaborazione con Metzeler che &egrave; stata fondamentale per la conquista del secondo titolo italiano nella classe G-1000 da parte di Jacopo Cerutti. La rinnovata gamma Metzeler Karoo &egrave; stata sviluppata specificamente per le moto bicilindriche e monocilindriche in modo da offrire le migliori prestazioni sia nel Motorally sia per le maratone africane.         

Jacopo bissa un titolo gi&agrave; vinto nel 2023, imponendosi nella classe G-1000. Successo per Claudio Spanu nella FX

Cerutti e Aprilia Tuareg 660 vincitori del Campionato Italiano Motorally

        L&rsquo;Africa ti rimane nel cuore. Ti lascia segni profondi e ricordi indelebili, da custodire per il resto dell&rsquo;esistenza. Lo sa bene Marco Aurelio Fontana, reduce dall&rsquo;esperienza all&rsquo;Africa Eco Race, Rally Raid che attraversa Marocco, Mauritania e Senegal ripercorrendo le rotte che furono della Parigi-Dakar. Una gara che il trentanovenne brianzolo ha affrontato a viso aperto, con la voglia di scrivere pagine importanti della sua carriera motociclistica dopo aver fatto incetta di titoli in bici, tra MTB e Ciclocross. Fino a conquistare una storica medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Londra nel 2012. Anche in quel caso, nel Fuoristrada, la specialit&agrave; Cross-Country. Andrea Riva, campione "per caso" | Storie Italiane Marco Aurelio Fontana, "Bronzana" anche all'Africa Eco Race  Un terzo posto ripetuto nella classe 450 dell&rsquo;Africa Eco Race (sesto assoluto nella gara vinta da Jacopo Cerutti con l&rsquo;Aprilia), destreggiandosi tra dune e pietre, con la sua Honda CRF450 Rally preparata da RS Moto Factory. &ldquo;Con la terza posizione di classe all&rsquo;Africa Eco Race ho tenuto fede al soprannome &lsquo;Bronzana&rsquo; che mi ero guadagnato dopo le Olimpiadi" ha scherzato Fontana, soddisfatto per il risultato conquistato ma soprattutto per aver vinto quella che riteneva una sfida personale. "Il mio intento non era soltanto partecipare, ma centrare un buon piazzamento. Non avevo un obiettivo dichiarato in termini di classifica, anche se speravo di rimediare meno di un&rsquo;ora al giorno dal vincitore. Ho tagliato il traguardo accusando la met&agrave; del distacco preventivato, quindi sono felice&rdquo;. La tua carriera &egrave; legata indissolubilmente ai risultati in bicicletta, ma non hai mai nascosto il tuo animo da motociclista: da dove nasce la passione per le moto? &ldquo;&Egrave; una passione che mi porto dentro grazie a mio padre e ai numeri di Motosprint letti nell&rsquo;adolescenza. Ricordo ancora quando mio padre mi portava a Monza per seguire Superbike e Formula 1: il mio cuore vibrava assieme all&rsquo;accensione dei motori nella corsia dei box. La mia prima moto fu un&rsquo;Italjet monomarcia: rimasi stregato, e da allora non mi sono pi&ugrave; fermato&rdquo;. Cosa ti ha colpito della tua prima maratona nel deserto? &ldquo;L&rsquo;Africa Eco Race &egrave; una gara difficile perch&eacute; ti porta a essere rallista 24 ore su 24, dalla colazione fino alla sera, sia in gara che fuori. Inoltre, l&rsquo;ambiente che ti circonda non &egrave; certo il pi&ugrave; ospitale: il Marocco &egrave; difficile da affrontare ma non quanto la Mauritania, dove i passaggi sono stati ancor pi&ugrave; duri visti i tanti pericoli non segnalati. Insomma, devi farti strada tra mille insidie&rdquo;. Hai affrontato 12 tappe infernali, completando oltre 6000 km: qual &egrave; stata la singola difficolt&agrave; pi&ugrave; difficile da superare? &ldquo;Dormire in tenda, in mezzo ai generatori accesi in piena notte. In pi&ugrave;, aggiungiamoci che mi sono ammalato praticamente subito: ho avuto la febbre, inconveniente che mi ha tolto parecchie ore di sonno. Gareggiare in quelle condizioni &egrave; stato un incubo perch&eacute; sudavo e avevo freddo al tempo stesso. Situazioni non paragonabili ad altre gare&rdquo;. Quanto ti ha aiutato il tuo background sportivo in un Rally Raid cos&igrave; insidioso? &ldquo;L&rsquo;esperienza pregressa mi ha sicuramente aiutato, perch&eacute; sulla sabbia, sia in bici che in moto, si viaggia a velocit&agrave; costante. Inoltre, la mia mentalit&agrave; da atleta mi ha aiutato a mantenere la concentrazione 24 ore su 24&rdquo;.  L'emozione di Fontana  Hai debuttato in Africa, ma non &egrave; stato il tuo primo Rally. &ldquo;Esatto, all&rsquo;Eco Race ci sono arrivato per gradi. Da quando ho smesso di fare il ciclista ho partecipato a diversi Rally in Sardegna e poi alla Sei Giorni di Enduro 2021 nell&rsquo;Oltrepo pavese. Tagliando il traguardo del Lago Rosa di Dakar, ho coronato un sogno che coltivavo da tempo&rdquo;. Se dovessi paragonare Mountain Bike e Rally, quali similitudini e differenze rintracceresti tra le due discipline? &ldquo;Parliamo di bici da una parte e moto dall&rsquo;altra: sono mezzi a due ruote, ma completamente diversi. Io la metto sul piano delle emozioni: il rombo della moto &egrave; qualcosa che &lsquo;senti&rsquo; nella pancia, ma indossando tuta e casco sei isolato rispetto a ci&ograve; che accade attorno a te. La bici ti permette di essere tutt&rsquo;uno con te stesso e la natura che ti circonda. In sostanza: trasmettono entrambe sensazioni di velocit&agrave;, ma non paragonabili&rdquo;. Ti sei emozionato di pi&ugrave; tagliando il traguardo delle Olimpiadi di Londra 2012 o quello del Lago Rosa? &ldquo;La differenza sembra sottile, ma &egrave; sostanziale. In bici correvo per divertirmi e vincevo per emozionarmi, mentre in moto &egrave; stato l&rsquo;esatto opposto. In Africa, ti emozioni semplicemente pensando che stai correndo nel deserto mentre la tua famiglia &egrave; a casa, sei consapevole che stai rischiando la tua vita. Ti emozioni pensando a tua moglie e ai tuoi figli che ti aspettano a casa e sperano di rivederti, mentre tu gareggi e piangi sotto al casco pensando a loro. All&rsquo;arrivo, ti emozioni perch&eacute; sei ancora vivo&rdquo;. Hai mai avuto paura? &ldquo;No. Ho pianto, ma non ho mai avuto paura durante la gara. Se ce l&rsquo;hai durante la competizione, ti blocchi e non vai pi&ugrave; avanti. Ero cosciente del pericolo, ma ho cercato di conviverci&rdquo;. Adesso sogni di correre la Dakar? &ldquo;La Dakar mi affascina, quindi il richiamo c&rsquo;&egrave;, ed &egrave; forte. Dopo questa maratona nel deserto, per&ograve;, ho deciso che non parteciperei alla Dakar soltanto per fare numero, ma lo farei soltanto con le garanzie tecniche di far bene, come all&rsquo;Eco Race. Sono molto ambizioso. Vedremo&rdquo;. Ti piacerebbe gareggiare anche nella Velocit&agrave;? &ldquo;Servirebbe tanta preparazione. Ho partecipato a sessioni nelle giornate in pista organizzate dalla Honda e da Lucio Cecchinello (patron del Team LCR impegnato in MotoGP, nde), ne ho approfittato per carpire qualche segreto di guida. Ho girato anche con Dakota Mamola, pilota professionista e figlio del grande Randy, seguendolo ho imparato tanto. Ma la Velocit&agrave; non puoi &lsquo;inventarla&rsquo;, bisognerebbe focalizzarsi su questo progetto e allenarsi tanto. Mi piacerebbe partecipare alle gare Endurance pi&ugrave; famose: la 24 Ore di Le Mans e il Bol d&rsquo;Or. Sono contesti con un fascino incredibile. Ma questo &egrave; soltanto un desiderio, per il momento&rdquo;. La straordinaria avventura di Alex Belometti | Storie Italiane       

"Un&rsquo;esperienza indimenticabile: dormire in tenda, la febbre durante la gara, i pericoli non segnalati, e l&rsquo;emozioneal traguardo per essere... ancora vivo"

Marco Aurelio Fontana è ancora "Bronzana": "Africa Eco Race, che emozione"

        Il Motor Bike Expo 2023 &egrave; ormai alle porte, la kermesse internazionale si terr&agrave; a Veronafiere dal 27 al 29 gennaio e, come di consueto, dedicher&agrave; ampio spazio al mondo del racing e ai piloti. Il pi&ugrave; atteso &egrave; il re del trial Tonu Bou, che nelle giornate di sabato e domenica intratterr&agrave; gli appassionati con delle esibizioni spettacolari nell&rsquo;area B. Saranno presenti i piloti della Dakar, come ad esempio Alessandro Botturi ed in pi&ugrave; ci saranno tanti protagonisti del CIV e dei Trofei. Il Motor Bike Expo ospita da sempre le varie premiazioni della Federazione Motociclistica Italiana e degli altri campionati ed infatti nella giornata di sabato 28 si terr&agrave;, nella Sala Rossini, la cerimonia di premiazione della stagione 2022 del CIV, oltre che la presentazione della stagione 2023.&nbsp; Gli eventi rivolti al racing  Restando in tema di premiazioni, sempre nella giornata di sabato ci saranno le premiazioni della Pirelli Cup 2022, quelle del Womens European Champioship presso l&rsquo;Area Sport Stage e quelle del CIV Classic, mentre il giorno successivo sar&agrave; la volta della Dunlop Cup e del Trofeo Italiano Amatori al Padiglione 6, stand 17/V, dove verrano celebrati i rispettivi piloti. Da visionare con particolare interesse anche la Virtual Race in cui si affronteranno i protagonisti del National Trophy. Sabato 28 gennaio dalle ore 13, Gabriele Giannini, Roberto Farinelli, Simone Saltarelli, Cristian Gamarino ed tanti altri piloti si sfideranno attraverso il Trainers Simulator. Successivamente seguiranno le premiazioni del National Trophy 2022. A partire dalla prima giornata della kermesse, il mondo del racing vivr&agrave; un susseguirsi di eventi importanti, come ad esempio la presentazione del Rally di Sardegna Swank, per poi spostare l'attenzione il giorno dopo sullo spettacolo messo in scena da Toni Bou, previsto per le ore 11:30. Dopo l'esibizione del fenomeno spagnolo prender&agrave; la parola Alessandro Botturi, pilota specializzato nell'Enduro e nei rally, che sar&agrave; ospite del "Talk MBE". Alle ore 17 del secondo giorno della kermesse si terr&agrave; la premiazione della Yamaha R3 Cup, nonch&egrave; la presentazione del Team World SS 300, mentre nella giornata di domenica sar&agrave; la volta della premiazione dei "Talenti azzurri". SBK: le prime novit&agrave; tecniche dei test di Jerez         

La 15esima edizione della kermesse che si terr&agrave; a Verona vedr&agrave; ritagliarsi uno spazio importante per le competizioni nazionali e non solo

Motor Bike Expo 2023: ampio spazio dedicato al mondo del racing

        A Maggiora, in occasione del primo Off-Road Camp organizzato da Yamaha, era presente una delle bandiere della Casa di Iwata: Alessandro Botturi. Il bresciano ci ha rilasciato un'intervista in esclusiva in cui ha parlato del suo prossimo futuro, dove lo vedremo impegnato quest'anno, dell'unica idea possibile per poterlo rivedere alla Dakar e della sua bella carriera, di cui pu&ograve; andare fiero. Come sta andando questo 2022? &ldquo;Bene, Yamaha ha tante belle novit&agrave; e soprattutto sta curando molto i loro clienti. Questa a Maggiora &egrave; una grande manifestazione, &egrave; il primo anno ed &egrave; gi&agrave; un successo. Io tra poco far&ograve; l&rsquo;italiano Motorally e poi sar&ograve; all&rsquo;Africa Eco Race (ecco le nuove date), anche se non posso dire altro. Sono contento perch&eacute; Yamaha sta credendo molto nel Moto Adventure, ci sono tanti appassionati e questa vicinanza d&agrave; la possibilit&agrave; a tutti di essere una grande famiglia,&nbsp;&egrave; tanta roba". Come ti prepari all'Africa Eco Race? &ldquo;Mi alleno in Tunisia una settimana. Andr&ograve; a fine ottobre a fare una gara internazionale e poi durante l&rsquo;anno far&ograve; una sessione di allenamento nel deserto ogni tanto e in Sardegna. Abbiamo la fortuna di avere un&rsquo;isola veramente felice, dove fanno tante manifestazioni&rdquo;. Vista la tua lunga carriera, hai un ricordo che pi&ugrave; ti &egrave; rimasto nel cuore legato alla Dakar o alle altre gare? &ldquo;Ne ho tantissimi sull&rsquo;Africa Race, &egrave; un mondo molto particolare, dove l&rsquo;avventura &egrave; la parte principale e lo spirito che si ha tra piloti &egrave; veramente bello. Se uno cade o &egrave; in difficolt&agrave; ci si ferma e si chiede se ha bisogno, quando in qualsiasi altro sport lo spirito &egrave; diverso. Poi quando si finisce la speciale ci si confronta sempre con gli avversari, perch&eacute; prima di essere degli avversari sono persone che stanno vivendo con te una grande avventura. &Egrave; bello fare il trasferimento insieme, magari al mattino presto, quando siamo tutti imbacuccati. &Egrave; un mondo bellissimo che ti fa venire il mal d&rsquo;Africa&rdquo;.  Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? &ldquo;Nella mia carriera ho gi&agrave; dato e mi sto divertendo ad andare in moto, senza pressioni. Quello che viene &egrave; tutto in pi&ugrave;. Cos&igrave; viene anche pi&ugrave; facile fare risultato. Quando sono in gara viene fuori quello spirito di combattere, per&ograve; non devo pi&ugrave; dimostrare niente. Visto che far&ograve; l&rsquo;Africa Eco Race prover&ograve; a difendere quello che ho conquistato negli ultimi anni&rdquo;. Dove ti vedi tra 5 anni? &ldquo;Gi&agrave; da un po&rsquo; ho cominciato a portare le persone in giro per il mondo, mi piace tantissimo far rivivere a loro quello che ho vissuto io in gara. Senza l&rsquo;ansia del cronometro. E vedere la gente che &egrave; soddisfatta, che mi chiama quando gli organizzo qualcosa mi rende molto contento. Collaboro con parecchie aziende di settore per aiutare lo sviluppo. Mi piace questo mondo, non mi vedo lontano da qui. Sono pi&ugrave; di trent&rsquo;anni che ho la licenza, ci ho passato quasi tutta la vita. Sto raccogliendo i frutti del mio lavoro&rdquo;. Ti piacerebbe tornare alla Dakar?  &ldquo;Farla con un 450 per mettermi nella mischia no, farla con una derivata di serie con l&rsquo;obiettivo di essere uno dei primi a portarla a traguardo, allora s&igrave;. Sarebbe una sfida nuova. Pensare di mettermi ancora in mezzo alla mischia, mi piace, ma il livello &egrave; altissimo. Sono stato anche a dicembre con Adrien Van Beveren, mi diceva di tornare che ho ancora un bel passo, ma alla fine ho in testa altre cose e il T&eacute;ner&eacute; penso sia il mio futuro&rdquo;.  Un ricordo della Dakar? &ldquo;La prima &egrave; stata bellissima, un mondo magico, &egrave; una cosa grande. Non ero abituato a vedere tutti i mezzi a motori. Arrivavo dal Mondiale Enduro ed eravamo solo noi delle moto. Mi sentivo come un bambino a Gardaland. Le avventure sono state tante. Alla Dakar ho forse pi&ugrave; ricordi brutti che belli: rotture della moto all&rsquo;ultimo giorno quando mi giocavo un podio, caduta quando avevo un polso rotto e volevo arrivare al traguardo ed ero ancora nei 10. Non ho rancore per&ograve;, ho sempre dato il massimo, &egrave; sempre stato nel mio spirito correre dando il 110% e questo mi &egrave; sempre stato riconosciuto&rdquo;. Come descrivi in poche parole la tua carriera? &ldquo;Ho raccolto glorie e dolori, come chiunque nella vita normale. Ci sono periodi in cui sei al top e periodi in cui vorresti nasconderti. La carriera di un pilota &egrave; questa, ma io sono contento perch&eacute; il nostro &egrave; un mondo di appassionati. Da quando sono andato alla Dakar, quando vedo qualcuno che parte anche per un viaggio lo rispetto tantissimo perch&eacute; so quello che sta facendo e cosa sta provando, so che sta realizzando un sogno che sia grande o piccolo, &egrave; identico&rdquo;. La passione per i Rally Raid protagonista all'evento di Bivacco Italia       

Alla prima edizione dell&rsquo;Off-Road Camp di Yamaha non poteva mancare il pilota di Lumezzane che ci ha raccontato in esclusiva i suoi progetti 2022

Yamaha, Botturi si racconta in esclusiva tra passato, presente e futuro

        Giovanni Gritti &egrave; tornato dalla sua prima esperienza alla Dakar 2022. Il pilota bergamasco, cresciuto a pane e moto da enduro e cross, &egrave; stato il primo tra gli italiani a tagliare il traguardo aggiudicandosi un 45esimo piazzamento. In realt&agrave;, come ci ha raccontato in un'intervista esclusiva, questa esperienza non lo ha stupito in positivo come avrebbe voluto. Ecco cosa ci ha detto tornato dalla Dakar. Un bilancio che delude  &ldquo;Quale &egrave; il mio bilancio di questa Dakar? Posso dire che &egrave; una bellissima gara, organizzata in modo impeccabile, per&ograve; resta solo una gara&rdquo;,&nbsp;&egrave; questo il commento di Gritti che, partito con l'idea di realizzare un sogno che da tanto custodiva nel cassetto, non &egrave; riuscito a provare quelle sensazioni forti che si immaginava. &ldquo;Non posso dire neppure di essere soddisfatto al 100% del risultato - ha aggiunto - speravo di fare qualcosa di meglio ma visto che era la prima volta che partecipavo forse non potevo aspettarmi di pi&ugrave;. Mi hanno detto che il livello quest'anno era molto pi&ugrave; alto rispetto agli anni passati. I primi giorni ho provato a spingere al massimo, ma poi mi sono detto che l'importante era arrivare in fondo senza rompere la moto. Non valeva la pena rischiare per guadagnare solo poche posizioni in pi&ugrave;&rdquo;. Gritti: &ldquo;Il lato umano non esisteva&rdquo;  In un'intervista a Motosprint, mentre ancora si trovava a dover finire la gara, aveva detto che una cosa che non gli stava piacendo della Dakar era il fatto che per gran parte dei piloti fosse una gara fine a se stessa dove si sentiva la mancanza del fattore umano: &ldquo;In passato avevo fatto anche l'Africa Eco Race e avevo notato che era pi&ugrave; una gara 'da viaggio'&nbsp;- ha spiegato -, certo, c'era il fattore gara ma anche il viaggio in s&eacute; e per s&eacute;. Alla Dakar questo aspetto &egrave; mancato. Erano tutti con il coltello tra i denti. Insieme a questo, per quello che ho potuto vedere io dalle posizioni in cui mi trovavo, ho riscontrato l'assenza di fair play tra i piloti. Se vedevano un pilota a terra non si fermavano, io invece mi sono fermato in un paio di occasioni. Un pilota che cade, anche se magari lo vedi in piedi, pu&ograve; aver battuto la testa e non rendersi conto neppure di dove si trova. Perdere 30 secondi su 5 ore di speciale per fermarsi a sentire un collega come sta non mi sembra la fine del mondo. Non parlo dei piloti che si trovano in testa, ma vedere questo comportamento da piloti che lottano per la 40&deg; posizione mi ha fatto veramente male&rdquo;.  Visto lo scontento, la domanda nasce spontanea: nel 2023 la riferesti? &ldquo;No, assolutamente, non la rifarei. Sceglierei di partecipare all'Africa Eco Race. La Dakar &egrave; una gara che merita di essere fatta, non dico il contrario, ma a me non ha lasciato niente a livello umano. E' come una gara di MotoGP o Formula 1, ma io ho 42 anni e se una gara non mi lascia niente non mi interessa andare a farla&rdquo;. Gritti: &ldquo;Sapevo che Petrucci sarebbe andato forte&rdquo;  Nonostante non sia stata l'esperienza che si immaginava, Giovanni conserva comunque nei suoi ricordi alcuni momenti belli di questa avventura: &ldquo;Sono quelli in compagnia, quando eravamo al bivacco tutti insieme, con tutti gli italiani. A questi aggiungerei anche le partenze all'alba, sono state levatacce ma &egrave; sempre bello partire presto e vedere il sole che sorge mentre sei da solo a guidare una moto&rdquo;. Infine su Petrucci. Per Danilo era la prima esperienza significativa nell'off road ed &egrave; andata ben oltre quello che tutti si sarebbero mai immaginati: &ldquo;Avevo corso con lui in Sardegna una gara del motorally - ha concluso - e sapevo che sarebbe andato forte. Mi aveva stupito per l'occhio sulla velocit&agrave;, per come gli riuscisse facile andare in moto, era veloce nonostante non conoscesse neppure la navigazione. Sicuramente non immaginavo sarebbe andato cos&igrave; forte alla Dakar, ma nei primi 20 lo vedevo benissimo, sia lui che Lucci. Infatti facevo il tifo per loro&rdquo;. Petrucci sulla Dakar: "Adesso sono unico, posso andare in pensione"       

Il pilota bergamasco &egrave; risultato il primo tra gli italiani a tagliare il traguardo, ma nonostante questo non &egrave; rimasto soddisfatto di come sia andata la gara. In questa intervista esclusiva, ci ha confessato il perch&egrave;

Gritti deluso dalla Dakar: “Il lato umano è mancato, non c'era fair play”

Un palmares di tutto rispetto quella di Paolo Ceci: 14 volte campione italiano Rally, vincitore di un titolo europeo, ha partecipato 5 volte alla Dakar, di cui una come pilota ufficiale HRC nel 2016. Nel 2018 Paolo si &egrave; aggiudicato l&rsquo;Africa Eco Race con la KTM 450 Rally.  E ora il pilota romagnolo &egrave; pronto a tornare in azione alla Dakar, anche se con un ruolo diverso: sar&agrave; il navigatore di &nbsp;Khalifa Al-Attiyah su un Can Am Maverick X3. Il suo pilota &egrave; il fratello di Nasser Al-Attiyah, il vincitore di tre Dakar in auto.  &ldquo;Se buon sangue non mente, possiamo puntare ad un bel risultato&rdquo;, ci dice Paolo Ceci.    Il passaggio alle quattro ruote   Quando e perch&eacute; hai deciso di passare alle quattro ruote?  &ldquo;Nel 2019 ho disputato l&rsquo;Africa Eco Race con un Polaris RSR 1000, per correre insieme a mia moglie, ma &egrave; stato un disastro&hellip; abbiamo avuto un mucchio di noie tecniche, anche se alla fine siamo riusciti ad arrivare al traguardo, come ho sempre fatto finora in tutte le mie gare&rdquo;.  E l&rsquo;idea di questa Dakar com&rsquo;&egrave; nata?  &ldquo;In realt&agrave; non pensavo di farla. Quest&rsquo;anno sono stato fermo e per il 2021 pensavo semmai di rifare l&rsquo;Africa Eco Race, che per&ograve; &egrave; stata annullata per il COVID. Poi mi &egrave; arrivata la chiamata come navigatore di Khalifa Al-Attiyah, e non ci ho pensato due volte&rdquo;.  La tua ultima Dakar &egrave; stata nel 2016. Perch&eacute; avevi deciso di passare all&rsquo;Africa Eco Race?  &ldquo;Un po&rsquo; per tornare alla sabbia africana, che alla Dakar mancava, e un po&rsquo; perch&eacute; ho voluto accettare la sfida di correre con la nuova Africa Twin 1000 che non avrebbe potuto correre alla Dakar. Nel 2017 sono stato in posizione di podio fino a quando non sono incappato in un problema tecnico. L&rsquo;anno dopo sono riuscito a vincere&rdquo;.  E ora l&rsquo;Arabia Saudita&hellip;  &ldquo;Non ci sono mai stato e non conosco ancora neanche il mio copilota, quindi sar&agrave; tutto nuovo per me... Per&ograve; lo conoscer&ograve; gi&agrave; il 19 dicembre, perch&eacute; parteciperemo insieme anche alle ultime due prove del Mondiale Baja proprio in Arabia Saudita, la Hail Baja 1 e 2. Poi mi viene un po&rsquo; da ridere, perch&eacute; dovremo parlare inglese, io lo parlo benino ma non da professore, e lui lo parler&agrave; da qatariota&hellip; male che vada ci capiremo a gesti!&rdquo;  Senza abbandonare le moto...   E le due ruote?  &ldquo;Lavoro sempre per la FMI, come responsabile tracciatore dei percorsi del campionato italiano Motorally, e per quest&rsquo;anno abbiamo ancora una prova, in Sardegna, dove a breve andr&ograve; ad effettuate l&rsquo;ultimo controllo del percorso.   &quot;E poi sono promotore di un trofeo di Enduro, organizzato in Emilia Romagna, il Trofeo RCM Enduro Sport. E&rsquo; partito in sordina, rivolto agli amatori e a chi si avvicina alle gare per la prima volta, &egrave; si chiuso con la lista d&rsquo;attesa&rdquo;, conclude Paolo Ceci.  KTM, da brutto anatroccolo a cigno della MotoGP  &nbsp; 

&quot;Sar&agrave; il mio debutto in Arabia Saudita. Non conosco ancora neanche il mio pilota&quot;, dice il 14 volte campione di motorally navigher&agrave; Khalifa Al-Attiyah su un Can Am Maverick X3

Paolo Ceci far&agrave; la Dakar da navigatore

L&rsquo;esercito italiano su due ruote attende con ansia la Dakar 2017. Sar&agrave; &ldquo;la pi&ugrave; dura di sempre tra quelle organizzate in Sud America&rdquo;, secondo quanto annunciato da Marc Coma, cinque volte vincitore in moto e dallo scorso anno direttore tecnico del rally raid pi&ugrave; impegnativo del mondo. Forse perch&eacute; si passa dal caldo equatoriale al ghiaccio delle montagne, dall&rsquo;insidioso &ldquo;fesh fesh&rdquo; al fango e pietre. Saranno 9.000 km divisi in 12 tappe con 4.000 km di speciali, una &ldquo;marathon&rdquo; e le temutissime 6 frazioni che si correranno a un&rsquo;altitudine di 4.000 metri. Oltre alle condizioni meteo proibitive, i concorrenti saranno chiamati anche a un maggiore impegno nella navigazione. Eppure numeri e scenari non spaventano i piloti italiani che quest&rsquo;anno in gara saranno 28: un totale di 18 equipaggi, rispetto ai 15 dello scorso anno, e il quinto posto nella classifica delle nazioni rappresentate dopo Francia, Olanda, Argentina e Spagna. Il 6% di concorrenti in totale e la parte del leone la faranno anche quest&rsquo;anno le moto: 11 al via.    Simone Agazzi &ndash; Honda Crf 450 Rally Dieci anni dopo Giovanni Sala, Bergamo &egrave; tornata alla Dakar. Simone Agazzi, classe 1976, si ripresenta ai nastri di partenza della Dakar. Lo scorso anno era durata pochissimo dopo la frattura della spalla e dell&#39;omero durante la seconda tappa. Obiettivo, stavolta, &egrave; arrivare al traguardo. Cresciuto nel trial con Diego Bosis, Simone si &egrave; tolto tante soddisfazioni con l&rsquo;enduro conquistando prima il titolo italiano poi quello europeo cross country nel 2012. I primi tour in Tunisia con le leggende della Dakar come Giacomo Vismara e Ciro De Petri lo hanno affascinato e convinto a partire alla volta del Sudamerica. Team Manager dell&rsquo;RSmoto Team, nel 2015 ha vinto il titolo assoluto italiano motorally e raid tt con il pilota e collega alla Dakar Jacopo Cerutti. Titolare di un concessionario moto in citt&agrave;, grazie a un accordo con Honda guider&agrave; la moto 2016 di Kevin Benavides (out per infortunio), quarto lo scorso anno a Rosario. &ldquo;Sono molto emozionato perch&eacute; posso contare su un team di professionisti e anche sul supporto di Giulio Minelli, un grande navigatore con 20 Dakar alle spalle. L&#39;idea &egrave; di dare ai piloti amatori la possibilit&agrave; di guidare una moto ufficiale Honda alla Dakar. Penso che possa essere l&#39;inizio di qualcosa di grande.&rdquo;.  Alessandro Botturi - Yamaha WR 450 F Unico pilota italiano ufficiale, Alessandro Botturi punta a chiudere nella top 10. ma gli organizzatori della Dakar lo hanno inserito nella lista dei favoriti. E non &egrave; un caso. Il 41enne bresciano, un metro e ottanta di altezza per novanta chili di muscoli, &egrave; stato il miglior rookie nel 2012 con un ottavo posto da incorniciare. Da l&igrave; quattro sfortunati ritiri compreso quello dello scorso anno alla decima tappa per un problema alla moto. E pensare che &egrave; rimasto in gara nonostante la brutta caduta al day-2 che gli ha provocato la rottura dei legamenti e dello scafoide del polso destro. Operato a febbraio &egrave; stato 40 giorni immobile, poi &egrave; tornato in sella alla bici prima di riprendere confidenza con la Yamaha WR 450 F e di tornare a vincere nella quinta e sesta tappa del Sardegna Rally 2016. Botturi &egrave; uno abituato a tenere alto il tricolore: dalla nazionale junior di rugby &egrave; passato in pochi anni al vertice dell&rsquo;enduro con 10 titoli italiani, due vittorie alla Sei Giorni Internazionale Enduro e tre terzi posti nel Mondiale. &ldquo;Punto a fare una gara intelligente e finire ogni giorno nei primi 10. La navigazione &egrave; uno dei miei punti di forza, insieme allo spirito di squadra, e ha sempre caratterizzato la mia carriera. In questa corsa la regolarit&agrave; paga.&rdquo;.  Jacopo Cerutti (Husqvarna CF Racing ) Ha fatto il suo debutto alla Dakar lo scorso anno chiudendo con un ottimo 12esimo posto e come primo tra i piloti italiani. Il comasco classe 1989 sar&agrave; ai nastri di partenza con il Motor Group Racing ceco. Un risultato ancor pi&ugrave; incredibile non solo per la giovane et&agrave;, ma anche per il salto dall&rsquo;enduro al rally-raid, certificato dal primo rally vero e proprio, in Sardegna, sesto con tanto di pass per la Dakar al primo tentativo. A maggio del 2016, nella seconda tappa del tricolore Motorally, una frattura al radio del braccio sinistro lo ha fermato per due mesi senza impedirgli di vincere il titolo italiano Motorally. Anche quest&rsquo;anno al fianco ci sar&agrave; il padre, osteopata: il suo aiuto si &egrave; rivelato prezioso nel quotidiano ma anche dopo la caduta che non gli ha impedito di arrivare al traguardo a ridosso della top 10. &quot;Abituarsi al ritmo &egrave; stata la parte pi&ugrave; difficile per me. Ho dovuto affrontare lunghe distanze e svegliarmi alle 4 del mattino. Quest&#39;anno spero di adattarmi un po&#39; meglio fin dall&#39;inizio. Il mio obiettivo &egrave; ancora una volta finire la gara. Una top 10 sarebbe fantastica.&quot;.  Domenico Cipollone - Rookie - KTM 450 Rally &Egrave; uno dei tanti rookie che sognano la Dakar. Nella vita di tutti i giorni indossa giacca e cravatta come Vice President di Capgemini, quando stacca si dedica ai Rally Raid. E non solo. A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, Domenico ama gli sport estremi come paracadutismo, immersioni subacquee e sport motoristici. Ha scoperto l&rsquo;enduro ed enduro estremo sette anni fa iniziando ad allenarsi nel 2011, grazie ad Alessandro Botturi e Jordi Arcarons. Prima si &egrave; cimentato sulle 4 ruote ma poi &egrave; tornato alla moto, la sua vera passione. Dal 2015 prepara il debutto e il Merzouga Rally &egrave; stato l&rsquo;ultimo test con la KTM 450 Rally. Per arrivare in forma, ha coinvolto tre professionisti che sono anche buoni amici: un allenatore, un osteopata e un nutrizionista. &ldquo;Quello che conta di pi&ugrave; &egrave; la concentrazione. Per un pilota amatoriale &egrave; molto importante essere consapevoli dei suoi limiti. Il mio obiettivo &egrave; finire la gara. Sono un po&#39; preoccupato per&ograve; mi piacciono le sfide e voglio portare a casa questa meravigliosa avventura attraverso diversi Paesi e culture.&quot;.  Manuel Lucchese - Malle Moto - Yamaha WR450F Rally Difficile trovare un pilota Dakar pi&ugrave; determinato e appassionato di Manuel Lucchese. Il giovane pilota veronese sognava di partecipare al rally raid e nel 2012 ce l&rsquo;ha fatta grazie a una mirata attivit&agrave; su Facebook, il suo blog e all&rsquo;aiuto di tante aziende che hanno creduto in lui. Una fiducia ben riposta visto che alla sua seconda apparizione ha centrato il podio nella sua classe a Santiago, dopo guai di ogni tipo. Dopo una pausa per fare da guida ai VIP della Dakar, lo scorso anno &egrave; tornato da pilota nella temutissima Malle Moto, senza alcun tipo di assistenza. Era in testa fino alla Bolivia quando un mal di montagna e un incidente per l&rsquo;attraversamento di un cane lo hanno messo a dura prova: ma da gran lottatore Manu ha tenuto duro chiudendo al secondo posto (44esimo finale) e con 10 kg in meno. &#39;&#39;Tutti mi dicevano che la Dakar costa un sacco di soldi e che correrla alla mia et&agrave; (23 allora), era troppo presto. Ho deciso di dimostrare alla gente, soprattutto ai giovani, che tutto &egrave; possibile attraverso il crowd-funding o solo con la determinazione. Ci vogliono visione, determinazione e sacrificio. Mai e poi mai rinunciare. Ho imparato dal passato e il mio obiettivo &egrave; ora quello di vincere la Malle Moto e battere Jurgen Van Den Goorbergh. La Dakar, in una parola, &egrave; magia.&quot;.  Luca Manca - KTM 450 Rally La Dakar presenta storie di tutti i tipi. La pi&ugrave; incredibile &egrave; forse quella di Luca Manca, pilota sardo che quest&rsquo;anno torna a correre in Sudamerica sette anni dopo il gravissimo incidente del 2010 che gli ha fatto passare due interminabili mesi in coma. Poi il risveglio e un lungo recupero: gradualmente ha ripreso la mobilit&agrave; e a praticare l&#39;attivit&agrave; fisica fino al ritorno in sella gi&agrave; nel 2011, nel suo Sardegna Rally Race. Dopo anni di allenamento e dura preparazione, a maggio 2016 Luca ha portato la sua KTM 450 Rally al Merzouga Rally, in Marocco. Nato a Sassari il 22 Maggio 1980, Manca vuole dimostrare a s&eacute; stesso di essere ancora pronto per una gara del genere e arrivare al traguardo di Buenos Aires. &quot;La Dakar rappresenta un modo per dimostrare quanto valgo e quello che sono ora. Molte persone ancora mi si avvicinano con la memoria del passato. Devo ringraziare mia moglie Gabriella che mi ha sempre sostenuto quando stavo male e nel recupero. So che &egrave; preoccupata ma questa &egrave; una missione che devo realizzare.&quot;.  Livio Metelli - Malle Moto - KTM 450 Rally Seconda Dakar per il pilota bresciano che ha imparato le basi della navigazione in Africa, facendo due volte il Merzouga Rally prima di cimentarsi tra Turchia e la Grecia. Ha conosciuto la Dakar da preparatore atletico di Alessandro Botturi e ora corona il suo sogno di competere nella categoria Malle Moto. Lo scorso anno per il suo debutto ha preferito essere supportato da un team di assistenza esperto per arrivare al traguardo. Missione compiuta: terzo italiano pi&ugrave; veloce, 9&deg; nella categoria Marathon e 43&deg; complessivo. Ora la grande sfida &quot;Ho pensato che una volta che si &egrave; fatta e finita la Dakar si &egrave; soddisfatti, ma in realt&agrave; si diventa dipendenti. Sono contento perch&eacute; ho firmato un contratto di 2 anni con uno sponsor. Questo significa che io sar&agrave; anche alla Dakar 2018!&quot;.  Matteo Olivetto - Rookie - Malle Moto - KTM 450 Rally Rookie alla Dakar e nella categoria Malle Moto. Insomma roba da eroi veri che pi&ugrave; di cos&igrave; non si pu&ograve;. E pensare che quello di Matteo Olivetto &egrave; solo un regalo di compleanno per festeggiare i suoi 40 anni. Vigile del fuoco e motociclista, il 40enne di Monselice ha trovato un modo per abbinare perfettamente il suo lavoro e la sua passione. Matteo &egrave; un giramondo su due ruote: a 22 anni ha comprato una Suzuki custom in Florida guidando per 20.000 km fino a Ushuaia. &Egrave; passato dall&#39;India alla Tanzania, ha frequentato il TT dell&#39;Isola di Man da spettatore e poi ha scoperto i Rally Raid: dal debutto in Grecia del 2013 &egrave; arrivato al Rally Merzouga fino alla Dakar. Tutta la famiglia &egrave; stata coinvolta nel progetto, da Lisa, la sua fidanzata, che si prende cura dei social media e della comunicazione fino al suo meccanico, Adriano Andriolo, che gli ha insegnato la manutenzione di base sulla moto. Per organizzare il viaggio verso il Sudamerica ha informato il suo capo con un anno di anticipo. &quot;La Dakar &egrave; sempre stata un sogno, un lungo viaggio prima di una competizione. Io non miro a fare un buon risultato, per me sar&agrave; un&#39;avventura. La Malle Moto &egrave; una questione di budget, ma anche di filosofia. Sono abituato ad affrontare diverse situazioni da solo e ho contattato Diocleziano Toia, che far&agrave; la Malle Moto, per alcuni consigli. E a una cosa non posso rinunciare: 1 kg di parmigiano reggiano da condividere con i miei compagni della Malle Moto&quot;.  Franco Picco - Malle Moto - Yamaha WR450F Rally Franco Picco &egrave; uno dei volti pi&ugrave; noti alla Dakar. Il suo debutto risale al 1985 con un incredibile terzo posto. Sul podio nel 1988 e 1989, ha vinto la classe Marathon nel 2010. In mezzo anche diverse esperienze sulle 4 ruote. Con 12 partecipazioni alla Dakar nella categoria moto, 5 in macchina, 1 su un quad e 6 nel team di assistenza, per Picco c&#39;&egrave; sempre una buona scusa per tornare in Sudamerica. La scorsa stagione ha corso con un quad per festeggiare il suo 60esimo compleanno, ora torna su una moto per celebrare un importante traguardo: la 25esima Dakar! E non poteva essere che su due ruote e nella categoria Malle Moto. &quot;Questa sar&agrave; la mia 19esima Dakar da pilota e il prossimo anno voglio correre nella classe Marathon, una categoria che ho vinto nel 2010 e per la prima volta mi trovo ad affrontare la Malle Moto. &Egrave; una questione di budget, ma mi piace anche l&#39;idea di competere in questa speciale categoria. Come al solito, ho preparato la mia moto con uno speciale kit da corsa. Un meccanico non saprebbe nemmeno dove mettere le mani.&quot;.  Alessandro Ruoso - Rookie - KTM 450 Rally Se l&#39;Italia &egrave; alla ricerca di piloti promettenti, Alessandro Ruoso &egrave; uno dei candidati. Corre in moto da quando ha 3 anni e dopo aver vinto l&rsquo;Italian Baja nel 2015, il due volte Campione del Mondo Baja (2013- 2014) ha deciso di concentrarsi su una sfida pi&ugrave; grande: la Dakar. La preparazione del 35enne di Pordenone &egrave; iniziata con il Merzouga Rally nel maggio 2016: nonostante fosse l&rsquo;esordio nei Rally Raid e stesse guidando nel deserto con un road book, ha chiuso al 15esimo posto. Con il supporto di KTM, Heinz Kinigadner e suo figlio Hanes, correr&agrave; per il noto Team Orlen. &quot;Sono al 70% del mio potenziale. Ho bisogno di migliorare la navigazione e questa &egrave; la parte pi&ugrave; difficile del rally: aprire il gas mentre si leggono le note! Mi sto allenando ogni giorno, prima e dopo il lavoro. Quando ero un ragazzino guardavo la Parigi-Dakar in Africa: Edi Orioli e Fabrizio Meoni erano i miei piloti di riferimento. Ora che &egrave; il mio turno, mi viene ancora difficile credere che far&ograve; parte di questa grande avventura.&quot;.  Diocleziano Toia - Malle Moto - KTM 450 Rally Pilota amatissimo nel mondo offroad, Toia &egrave; pronto per la sua quarta Dakar, la terza nella categoria Malle Moto di cui &egrave; una sorta di ambasciatore. Autista di camion per corse di cavalli, il 44enne di Busto Arsizio ha sempre avuto i rally nel sangue, prima con le auto a livello nazionale, poi nel Motorally italiano e internazionale. Il debutto alla Dakar avviene nel 2014 nella squadra di Franco Picco, il suo riferimento negli anni &#39;80. Dopo la prima esperienza decise di tornare ma senza assistenza. L&#39;idea era nata prima a causa di un problema di budget, ma poi ha rappresentato una vera e propria sfida. L&#39;anno scorso ha chiuso al quarto posto nonostante una frattura alla parte bassa del femore, tibia e piatto crociato. Roba da &quot;ironman&quot;. L&rsquo;obiettivo per la Dakar 2017 &egrave; la vittoria.  &quot;La Malle Moto incarna lo spirito della vera Dakar perch&eacute; non si dispone di alcuna assistenza e quando finalmente si raggiunge il bivacco &egrave; necessario iniziare a lavorare sulla moto come un meccanico. Non ho paura di perdere ore di sonno o di essere molto stanco. In questa categoria &egrave; necessario mangiare e dormire quando &egrave; possibile. Nell&#39;ultima Dakar ho perso 10 chili!&quot;.  &nbsp;  In collaborazione con la redazione Motori di RedBull.com  Segui la Dakar 2017 su Red Bull Tv: dal 2 al 14 gennaio, highlights, approfondimenti e speciali esclusivi! 

Da Botturi a Picco, passando per Agazzi, Cerutti e Toia. Ecco&nbsp;chi dal 2 gennaio affronter&agrave; per i colori italiani la massacrante gara a tappe americana

Dakar 2017: chi sono gli 11 italiani al via

         E&rsquo; iniziata dal Santuario di Sa Itria, in provincia di Nuoro, la seconda prova&nbsp;del Campionato Italiano Raid TT, che terminer&agrave; dopo tre tappe. Il tricolore, che in questi giorni si sta svolgendo in concomitanza con il Sardegna Rally Race &ndash; round italiano del Mondiale di specialit&agrave; &ndash; ha visto come protagonista Alessandro Botturi. Il pilota Yamaha &egrave; stato il pi&ugrave; veloce su entrambe le prove speciali previste sul percorso da Sa Itria ad Arbatax. Nella prima, di 97 chilometri, ha fatto registrare un tempo di 1h51&rsquo;12&rdquo;61, distanziando di oltre un minuto Vanni Cominotto, Luca Vecchi, Mirco Pavan, Marco Tob e il pluricampione italiano Andrea Mancini. Sui 64 chilometri della seconda prova speciale &egrave; stato ancora Botturi il pi&ugrave; veloce, questa volta davanti a Cominotto e Mancini. Nella classifica assoluta di giornata, il&nbsp;vincitore ha chiuso con un tempo di&nbsp;3h18&rsquo;42&rdquo; davanti a Vanni Cominotto (+1&rsquo;57&rdquo;10) e Luca Vecchi (+2&rsquo;58&rdquo;73). Quarto Andrea Mancini (+5&rsquo;44&rdquo;80) e quinto un buon Maurizio Gerini (5&rsquo;51&rdquo;51), entrato nella top 5 nonostante la frattura della clavicola destra rimediata ad inizio di inizio maggio in Abruzzo nella seconda prova dell&rsquo;Italiano Motorally.       

La seconda prova del tricolore si corre nel contesto del Sardegna Rally Race. Botturi &egrave; stato il pi&ugrave; veloce su entrambe le prove speciali da Sa Itria ad Arbatax

Italiano Raid TT: Botturi nel Day1

        Il Sardegna Rally Race, l'evento che riunisce i migliori piloti del mondo del Cross Country, &egrave; in calendario dal 2 al 7 giugno. Bike Village,  la societ&agrave; di San Teodoro che da nove anni organizza in Sardegna  l&rsquo;unica prova del campionato del mondo, sceglie ogni anno un percorso  diverso, su direttrici spesso inedite e con le proposte di nuove  localit&agrave; da far conoscere ai partecipanti.  La tappa sarda,  tra le pi&ugrave; apprezzate per i contenuti  tecnici e ambientali, ospiter&agrave; i campioni del mondo e i migliori atleti della Dakar, per una volta riuniti nello scenario dell&rsquo;unica prova europea del mondiale Rally Raid. Tra i nomi spiccano quelli di Mathias Walkner, vincitore dello scorso Sardegna Rally Race e a ottobre campione del mondo, Ignacio Casale, primo cileno a vincere la Dakar e sfidante dell'iridato Rafal Sonik. E poi non mancher&agrave; il nostro Alessandro Botturi, che tra gli altri sfider&agrave; Rodrigues, Van Beveren, De Soultrat... Ha confermato la sua presenza anche il patron di Yamaha Europe, Eric De Seynes. Il Sardegna Rally Race offrir&agrave; inoltre ai suoi iscritti l&rsquo;occasione di partecipare &nbsp;alla Scuola di Navigazione per eccellenza nel mondo dei Rally-Raid, per la quale &egrave; stato istituito un Trofeo dedicato. &nbsp; Appuntamento centrale e fulcro del Campionato del Mondo Cross-Country Rally, il Sardegna Rally Race sar&agrave; anche Prova finale del Campionato Italiano Raid TT, prima tappa dell&rsquo;Enduro Rally Cup e SSV, secondo appuntamento del nuovo Mondiale per la Classe Veteran. Quest&rsquo;anno sar&agrave; inaugurato anche lo speciale programma &ldquo;Sardegna Rally Race Turismo Off Road&rdquo;, una formula che prevede un all inclusive con noleggio di moto KTM 690 Enduro, cinque notti negli hotel convenzionati, e una guida Bike Village per scoprire la Sardegna sulle orme del Rally. l Programma Dal 2 al 7 giugno. Formula ottimizzata con cinque tappe di cui tre ad anello. 2 Giugno. Verifiche tecniche e ammnistrative 3 Giugno. 1&deg; Tappa, Budoni-Budoni (ad anello) 4 Giugno. 2&deg; Tappa, Budoni Sa Itria 5 Giugno. 3&deg; Tappa, Sa Itria-Arbatax (Marathon) 6 Giugno. 4&deg; Tappa, Arbatax-Arbatax 1 (ad anello) 7 Giugno. 5&deg; Tappa, Arbatax-Arbatax 2 (ad anello) &ndash; Podio, Cerimonia di Premiazione &nbsp;       

La terza tappa del mondiale prender&agrave; il via il 2 giungo per concludersi cinque giorni dopo. Molta attesa per Botturi

Cross Country: al via il Rally di Sardegna

Carlos Checa, campione del mondo Superbike 2011, prender&agrave; il via al Sardegna Rally Race 2015, il prossimo 6 giugno, in sella ad una Beta RR del Team Dirt Racing.  Il campione catalano ha scelto di gareggiare nella tappa italiana del campionato mondiale Cross country con una moto della casa fiorentina grazie alle sue ottime doti di affidabilit&agrave;, maneggevolezza e potenza, affidandosi alla grandissima esperienza rallistica del Team Beta Dirt Racing, guidato daPaolo Machetti.  Carlos sar&agrave; gi&agrave; impegnato nel prossimo appuntamento del Campionato Italiano Motorally a Umbertide il 16 e 17 Maggio per allenarsi alla navigazione &ldquo;stretta&rdquo; tipica dei rally italiani e per trovare il giusto setting della moto in vista dell&rsquo;impegno mondiale in Sardegna.  Fiammetta La Guidara

Il campione del mondo Superbike 2011 prender&agrave; il via al Sardegna Rally Race  il 6 giugno, in sella ad una Beta RR. Questo weekend allenamento a Umbertide

Carlos Checa correr&agrave; in Sardegna

La Federazione Motociclistica Internazionale ha diramato il calendario del Mondiale Cross Country e Baja World Cup per il 2015.  Queste le tappe:  Mondiale Cross Country Rallies  27 marzo - 2 aprile - Abu Dhabi Desert Challenge - Emirati Arabi  19-24 aprile - Sealine Cross Country Rally - Qatar  10-17 maggio - Pharaons Rally - Egitto  6-11 giugno - Sardegna Rally Race - Italia  3-9 aprile ottobre - Rally OiLibya du Maroc - Marocco  Mondiale Baja&nbsp;  18-21 giugno - Italian Baja - Italia  24-26 luglio - Baja Aragon - Spagna  14-17 agosto - Hungarian Baja - Ungheria  12-13 settmbre - Baja TT de Idanha-a-Nova - Portogallo  Data da assegnare - Baja Merzouga - Marocco  &nbsp;

La Federazione Motociclistica Internazionale ha diramato il calendario del Mondiale Cross Country e Baja World Cup per il 2015

Mondiale Cross Country

  La quarta giornata del Sardegna Rally Race vede ancora una volta protagonista Jordi Viladoms (nella foto) che si aggiudica la frazione davanti a Joan Barreda e Alessandro Botturi e consolida la testa della classifica. Bene anche Paolo Ceci che si porta in quinta posizione.  Con partenza e rientro ad Arbatax, la tappa odierna si &egrave; sviluppata ad anello per 130 km (30 in meno rispetto al programma originale). Dopo un tratto iniziale di 20 km molto navigati, la speciale &egrave; diventata pi&ugrave; scorrevole e veloce.   Partito sesto, Jordi Viladoms ha sfruttato al meglio i 130 km della speciale per recuperare minuti preziosi su Marc Coma che questa mattina faceva da apripista. Il pilota spagnolo del Bordone-Ferrari Racing Team &egrave; partito all&rsquo;attacco e si &egrave; aggiudicato la speciale, portando a 5&rsquo;20 il margine sul connazionale Marc Coma.       Alessandro Botturi, partito determinato a consolidare e migliorare la terza posizione nella generale, nonostante un errore di navigazione &egrave; comunque riuscito a chiudere terzo e a limare il distacco da Coma. Paolo Ceci ha sfruttato le sue qualit&agrave; di navigatore nella prima parte della PS7, molto navigata e ad aumentare il ritmo nella seconda sezione, pi&ugrave; guidata e scorrevole. Adesso &egrave; quinto nella generale.       Classifica Generale     1. Viladoms KTM 2. Coma KTM a 5&rsquo;20 3. Botturi KTM a 8&rsquo;15 4. Rodriguez Yamaha a 10&rsquo;54 5. Ceci KTM a 13&rsquo;21 6. Peterhansel Yamaha a 17&rsquo;22 7. Pedrero KTM a 10&rsquo;31 8. Faria KTM a 10&rsquo;32 9. Goncalves Husqvarna a 10&rsquo;32 10. Farr&eacute;s KTM a 10&rsquo;36

Sardegna Rally Race. Quarta tappa

  Il Sardegna Rally Race, terza prova del Mondiale Cross Country, &egrave; entrato nel vivo con la terza tappa da Sa Itria ad Arbatax. La giornata odierna &egrave; stata il secondo troncone della tappa marathon, senza assistenza, dopo che ieri sera le moto erano state messe nel parco chiuso presso l'antico convento di Sa Itria, che ha ospitato un suggestivo &ldquo;bivacco&rdquo; allietato da una cena tipica sarda.  Marc Coma &egrave; partito all'attacco ed ha ottenuto la sua prima vittoria di quest'anno.   Nell'unica prova speciale disputata &ndash; la seconda &egrave; stata annullata per pericolo di incendi &ndash; il catalano ha preceduto di 2'12'' Stephane Peterhansel, dopo averlo raggiunto al chilometro 57 della speciale. Terzo posto per Ruben Faria, davanti ad Alessandro Botturi, mentre il leader della classifica generale, Jordi Viladoms, ha chiuso sesto preceduto anche da Rodrigues.   Il catalano del team Bordone Ferrari conserva comunque la leadership con due minuti e mezzo su Coma e quasi sei su Botturi. Bene tra gli italiani Paolo Ceci, settimo in generale, Manuel Lucchese e Matteo Grazini, rispettivamente undicesimo e dodicesimo.

Sardegna Rally Race. Terza tappa

  Prime due tappa del Sardegna Rally Race, terza prova del Mondiale Cross Country e sono subito scintille: tutti i migliori esponenti della disciplina si sono radunati sull'Isola, a parte Cyril Despres trattenuto a casa da problemi famigliari. E chi si aspettava il dominio di Coma fin da subito, finora si &egrave; sbagliato. Nella prima tappa infatti il pi&ugrave; veloce &egrave; stato Alessandro Botturi, a suo agio sui terreni enduristici della Sardegna e sempre pi&ugrave; &ldquo;in palla&rdquo; nella navigazione. Il bresciano del team Bordone-Ferrari ha preceduto il compagno di Team Jordi Viladoms e Marco Coma. Il &ldquo;Bottu&rdquo; &egrave; stato l'unico &ldquo;straniero&rdquo; a rompere il dominio iberico, infatti dal secondo all'ottavo posto &egrave; un monopolio di spagnoli e portoghesi.  Ancora un pilota del Bordone-Ferrari protagonista nella seconda giornata, la prima met&agrave; della tappa marathon che si &egrave; conclusa nel pittoresco bivacco di Sa Itria, antico convento nella Barbagia. Jordi Viladoms si &egrave; infatti portato in testa alla generale in una tappa dove un po' tutti hanno commesso gravi errori di navigazione. Ottimo Ceci, vincitore della seconda speciale e risalito di varie posizioni. Alle spalle di Viladoms c'&egrave; Coma staccato di cinque minuti e mezzo, poi Botturi a sei minuti.

Sardegna Rally Race

  BOLOGNA &ndash; Una piccola folla di temerari ha affrontato le pessime condizioni ambientali per prendere parte sabato 4 febbraio al Motorally Day, il tradizionale appuntamento di inizio anno che sancisce l'apertura della stagione rallystica. Il programma della giornata &egrave; iniziato con l'illustrazione delle novit&agrave; regolamentari per il 2012, spiegate dal  e dal coordinatore del Comitato Motorally FMI Antonio Assirelli. La riunione &egrave; poi proseguita con un dibattito tra organi federali, alla presenza del Vicepresidente FMI Fabio Larceri, e piloti sulle proposte di miglioramento della disciplina e sull'incentivazione dei giovani a intraprendere un percorso nei rally. Illustrati anche i calendari 2012, per i Campionati Italiani Motorally e Raid TT, il primo strutturato su 8 giornate di gara che quest'anno saranno concentrate nel centro Italia. Novit&agrave; maggiori per il Campionato Raid TT, torneo che si vuole rilanciare per dargli la giusta valenza di scalino intermedio tra le gare nazionali e i grandi rally internazionali. Il Campionato sar&agrave; composto come lo scorso anno dal Sardegna Rally Race, la prova Mondiale organizzata da Bikevillage che come nel 2011 accoglier&agrave; il torneo tricolore nelle tre giornate finali. Si sta poi valutando la possibilit&agrave; di inserire il Merzouga Rally, gara che si svolge in Marocco a novembre, come prova conclusiva del Campionato.Nella foto, Andrea mancini Campione in carica Motorally 

Il Motorally Day di Bologna 

  Nel 2006 la prima edizione. 600 chilometri di fuoristrada, su percorsi ogni anno inediti e studiati in differenti aree di interesse culturale e paesaggistico della Sardegna. Il percorso non &egrave; segnalato, ed i concorrenti devono trovare la strada giusta attraverso l'utilizzo del road book. &Egrave; un evento di navigazione pura in fuoristrada, l'unica grande scuola propedeutica alla partecipazione ad un "vero"&nbsp;Rally. Percorso e road book sono redatti dagli stessi responsabili del percorso del&nbsp;Sardegna Rally Race. Del Mondiale, il "Legend" ha lo stesso DNA, ma un minor coefficiente di difficolt&agrave;. Il&nbsp;Sardegna Legend Rally&egrave; programmato sulla distanza di 3 giorni, con altrettante tappe, ed &egrave; una manifestazione non competitiva, unica nel suo genere, da vivere molto intensamente, che diventa pi&ugrave; avvincente di anno in anno. L&rsquo;edizione 2010 sar&agrave; memorabile. Per i percorsi inediti e soprattutto per la spettacolarit&agrave; di un paesaggio che soltanto la Sardegna pu&ograve; offrire. Il tracciato infatti toccher&agrave; il basso Nuorese e l&rsquo;Ogliastra, territorio che lo scorso maggio ha accolto la pi&ugrave; lunga speciale (200 km) della storia dei rally in versione mondiale, all&rsquo;interno del Sardegna Rally Race e che ha visto come vincitore il grande&nbsp;Marc Com&agrave;.Programma 2010Venerd&igrave; 15/11/2010 tappa Fonni &ndash; Arbatax 180 Km. Sabato 16/11/2010 tappa Arbatax &ndash; Arbatax 250 Km. Domenica 17/11/2010 tappa Arbatax &ndash; Fonni 170 Km.Partenze ore 10.00I possessori della&nbsp;licenza Hobby Sport&nbsp; potranno in questa edizione partecipare ad una Prova Speciale che determiner&agrave; un vincitore, inoltre l&rsquo;organizzazione sta lavorando anche all&rsquo;aspetto &ldquo;didattico&rdquo; e punta alla presenza di un grande campione della specialit&agrave; allo scopo di avviare un corso di guida e di navigazione. Il giorno di chiusura i partecipanti avranno tutto il tempo di rientrare a Olbia in tempo per imbarcarsi su traghetti o voli: Fonni vi dista circa un&rsquo;ora e il percorso &egrave; totalmente autostradale. Su richiesta sar&agrave; possibile usufruire dei servizi di trasporto bagagli e/o mezzi organizzati da Bike Village, sia all&rsquo;andata che al ritorno.La quota di iscrizione &egrave; di 300,00 euro e comprende assistenza medica, recupero del mezzo in caso di avaria, ristoro di mezza tappa per i tre giorni, assicurazione e fornitura di Road Book. Rimane escluso il corso di guida e navigazione, il trasferimento per la Sardegna e la tariffa alberghiera. Tutte le info sul sito www.bikevillage.it  &nbsp;

Tutto pronto per il Rally amatoriale pi&ugrave; atteso dell&rsquo;anno

Sardegna Legend Rally 2010

Si &egrave; concluso oggi con la tappa Monte Limbara-San Teodoro il Sardegna Rally Race, terza prova del Mondiale Cross Country Rally dopo Abu Dhabi e Tunisia. Se la vittoria del francese Cyril Despres appariva ormai una formalit&agrave;, l&rsquo;ultima frazione non &egrave; stata esente da sorprese. Il catalano Jordi Viladoms, secondo assoluto alla vigilia dopo il ritiro per incidente del suo caposquadra Marc Coma, &egrave; rimasto senza benzina nella prima prova speciale odierna, dovendo rinunciare a un risultato di prestigio. In piazza d&rsquo;onore &egrave; salito cos&igrave; il perugino Andrea Mancini, autore di una grande gara corsa sempre all&rsquo;attacco e vincitore della categoria 450 Super Production. Il pilota Husqvarna ha preceduto il francese Olivier Pain, David Casteu e il duo Aprilia formato da Paolo Ceci e Alex Zanotti, con quest&rsquo;ultimo vincitore della categoria 450 Production.

Il francese vince la gara. Sul podio anche Andrea Mancini

17 risultati per 'Sardegna Rally Race'